L’appartamento vecchio di Villa d’Este è posto al livello del cortile e del porticato ed è composto da una decina di stanze. Si sta parlando di quelle che erano le camere del Palazzo adibite ad abitazione privata del cardinale Ippolito II D’Este, colui il quale fu nominato Governatore di Tivoli a metà del 1500 e decise di far edificare la meravigliosa Villa d’Este quale sua residenza.
L’appartamento vecchio è affacciato verso il nord e regala uno splendido panorama, la principale attrattiva di questa ala del palazzo. Nello specifico alcune di queste sale si affacciano su quello che era chiamato il Giardino Segreto, vale a dire il giardino privato dove il cardinale amava trascorrere il proprio tempo libero in tranquillità.
Questo giardino segreto era composto da un piazzale rotondo chiuso da alti muri con finestre che si affacciavano verso il vasto giardino sul colle.
Dentro l’Appartamento Vecchio
La grande sala principale dell’Appartamento Vecchio è dedicata alle virtù romane; nella parte superiore delle pareti è possibile ammirare diverse figure allegoriche. Uscendo sul terrazzo della sala è possibile, come detto, godere di un magnifico panorama; ciò che conferisce valore a questo edificio. La vista in particolare è sui Monti Lucretili, Cornicolani e Sabatini e nelle giornate più terse si può arrivare a vedere, verso ovest, anche Roma e il mare.
Vi è poi un’anticamera decorata con medaglioni sui quali sono raffigurate figure simboliche e aquile araldiche. Questa zona dell’edificio serve a dare l’accesso alla camera da letto di Ippolito II. Ovviamente la camera più importante.
In questa stanza, affrescata con le personificazioni delle Virtù ovvero Speranza, Letizia, Giustizia, Abbondanza, Pietà e Fortuna, era la sala dove il Cardinale dormiva e trascorreva la maggior parte del suo tempo.
La Cappella del Cardinale
Vi è poi quello che era lo studio privato del Cardinale, dedicato ai mestieri e alle occupazioni dell’essere umano. Qui a spiccare è spicca la raffigurazione simbolica di Tibur Superbum circondata dalle figure del Falegname, Muratore, Fabbro e Ortolano a certificare la natura popolare della antica Tibur.
Ultima area della quale parlare è la Cappella del Cardinale: affrescata con episodi della vita della Vergine e con scene bibliche, alla sua lavorazione contribuì Federico Zuccari nel XVI secolo. La particolarità di questa cappella è data da un dipinto, anonimo, nel quale la Madonna di Reggio appare con il Bambino Gesù che siede leggermente distaccato da lei e non in braccio, come solitamente avveniva in quegli anni nelle opere di pittura.
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