In epoca antica l’Acropoli di Tivoli sorgeva su un colle inaccessibile che dominava sulla sommità della sottostante gola di Villa Gregoriana. La zona del Tempio di Vesta attorno al quale, si pensa, in epoca remota si svolgeva buona parte della vita quotidiana.
In quel periodo sulla Acropoli di Tivoli sorgevano diversi templi dell’epoca Repubblicana, pur non essendoci oggi prove concrete di questo: il tempio rettangolare presente in passato nella Acropoli era formato da quattro colonne più altre colonne finte, addossate alle pareti con finalità ornamentale.
L’edificio sorge accanto al noto Tempio di Vesta ed era stato edificato interamente con travertino della zona di Tivoli. Nell’atrio del tempio era presente una effige scolpita su una lapide dentro al tempio stesso.
Il Tempio della Sibilla
Leggenda vuole che all’interno di quella lapide fossero conservati i resti della Sibilla Tiburtina, dal nome Albunea, considerata la decima delle sibille esistenti nell’antichità. Ecco perché il tempio tutt’oggi presente prende il nome di tempio della Sibilla: un antico edificio Romano situato sull’acropoli accanto all’altro famoso tempio di Vesta.
I due templi dominano la cosiddetta valla dell’Inferno e sono considerati tra i monumenti d’età classica maggiormente riprodotti ed ammirati dagli artisti dei secoli passati. Questo scorcio così suggestivo infatti, incastonato tra le cascate dell’Aniene, è stato spesso rappresentato all’interno di dipinti ed opere d’arte
Fu a partire dal medioevo che i due templi furono trasformati in luoghi di culto; alla fine dell’800 poi videro un’opera di ristrutturazione che li liberò dalle strutture medievali per tornare ai fasti antichi.
Il tempio rotondo, simbolo della città
In particolare il tempietto rotondo è il più suggestivo tra i tanti monumenti tiburtini dell’età classica: nel corso degli anni è diventato un elemento distintivo di Tivoli, uno dei simboli della città tiburtina. Non avendo certezze su chi fosse il destinatario del tempio, quindi a chi fosse dedicato, ancora oggi si fanno diverse ipotesi e nel corso dei secoli l’edifico ha assunto diverse denominazioni non a caso, dal tempio di Ercole al tempio di Albunea passando per Vesta e Tiburno, vale a dire l’eroe da cui la città di Tivoli prese il nome.