Sono diversi, imponenti al punto che sono chiamati i ‘giganti dell’acqua’ e sono tutt’oggi visibili in buona parte della loro antica struttura nel territorio di Tivoli e nei suoi dintorni. Ormai sono considerati una sorta di monumenti, per la verità già dal XIX secolo quando diversi pittori noti ne fecero un soggetto prediletto per i loro quadri.
Oggi la campagna tiburtina è disseminata da questi giganti dell’acqua, una delle mete preferite da chi effettua una visita guidata a Tivoli. Bellezze archeologiche che sono riuscite a sopravvivere al processo di urbanizzazione selvaggia che ha caratterizzato buona parte dell’area periferica di Roma. Non Tivoli, che con le sue meraviglie naturalistiche rappresenta una sorta di oasi a pochi chilometri dal caos della Capitale.
Costruzioni sofisticate testimonianza di un grande Impero
Monumenti pieni di storia, adatti per essere visitati dai tanti studenti che si recano a Tivoli per visite didattiche e che possono così guardare con i propri occhi quanto studiato sui libri a scuola. Perché gli acquedotti romani sono una testimonianza viva dell’Impero che fu: costruzioni estremamente sofisticate, con ponti e arcate, che per oltre mille anni, fino alla caduta dell’Impero, non ebbe uguali a livello qualitativo e tecnologico.
Anche grazie all’isolamento di questi luoghi è stato possibile conservare in buono stato molte tracce del passato qui a Tivoli; e tra queste vanno inclusi proprio gli acquedotti romani risalenti all’epoca dell’Impero.
In particolare qui, nella antica Tibur, sono presenti i resti di quattro acquedotti romani che un tempo sorgevano sulla strada Empolitana, prima di entrare a Tivoli.
I quattro principali acquedotti di Tivoli
Si tratta dell’acquedotto Anio Vetus risalente al 272 a.C.; dell’Aqua Marcia risalente al 44 a.C.: dell’ Aqua Claudia e dell’Anio Novus, costruiti entrambi dall’imperatore Claudio tra il 41 e il 54 d.C. E fu proprio la presenza di questi quattro acquedotti che favorì, in epoca imperiale, la costruzione a Tivoli di magnifiche ville di importanti personaggi romani.
L’Anio Novus sorge nei pressi del ponte degli e attraversa il fosso dell’Empiglione grazie ad una serie di archi imponenti ancora oggi visibili in parte. In epoca medievale tale acquedotto fu utilizzato per scopi difensivi e su di esso fu edificata una torre.
Poco lontano da qui si possono ammirare i resti del ponte dell’Aqua Marcia, le cui dimensioni sono più limitate; fu edificato per volontà dal Senato Romano nel 146 a.C. per opera del Pretore Q. Marco Re da cui prese il nome.
L’acquedotto dell’Acqua Claudia, fu iniziato da Caligola e terminato nel 54 d.C. dall’Imperatore Claudio. Ad oggi sono presenti diversi resti che ne testimoniano l’importanza. L’Anio Vetus prese questo appellativo dopo che fu costruito l’Anio Novus (vetus, dal latino ‘vecchio’). La sua edificazione si deve ai censori Manio Curio e Flavio Flacco.
Commenta per primo